Anticamente era chiamata Phoenicusa, nome derivante dalla ricca vegetazione
di felci ancora presenti sull'isola. Filicudi ha la forma leggermente ovale e
allungata a sud-est da un'appendice, il promontorio di Capo Graziano,
collegata alla parte principale dell'isola da una lingua di terra.
A Capo Graziano sono visibili i resti di un villaggio preistorico.
I basamenti in pietra delle capanne e le pregiate ceramiche rinvenute, oggi esposte
al Museo di Lipari, testimoniano l'importanza dell'isola sin dall'Età del Bronzo.
Capo Graziano ha dato il nome alla cultura eoliana di questo periodo.
I centri abitati dell'isola si trovano a Filicudi Porto, piuttosto animato
nel periodo estivo dove si concentrano buona parte dei servizi e
delle attività dell'isola; Pecorini a Mare, sulla costa e Val di Chiesa all'interno.
Filicudi è circondata da scogli tra cui si distingue la Canna, un obelisco
naturale alto 85 m. circondato da acque cristalline e Montenassari con le sue creste.
Particolarmente suggestiva è la Grotta del Bue Marino, la più ampia e
forse la più famosa dell'arcipelago. Quì trovava rifugio la foca monaca, scomparsa
da Filicudi nel 1937, anno in cui fu documentato l'abbattimento dell'ultimo esemplare.
La Grotta del Bue Marino è caratterizzata da bellissimi giochi di luce e da un senso di
misticismo che si avverte addentrandosi. Essa è larga 30 metri, con una volta di 20 metri.
Il mare, nel tempo, ha formato una deliziosa spiaggetta sul fondo e l'ampiezza e la profondità
consentono anche alle imbarcazioni di potervi entrare.
Il clima, la sua luce abbagliante, la dolce violenza della natura mediterranea,
il profumo della sua macchia ed il silenzio rendono quasi unica questa isola.